Fuochi di Borgogna

Un appuntamento, quello delle gelate primaverili, che i viticoltori francesi – e non – non vorrebbero mai affrontare. E invece, anche quest’anno, madre natura si è manifestata ma i vignerons de Bourgogne non si sono fatti trovare impreparati.

Purtroppo le gelate, a causa dei cambiamenti climatici, stanno diventando un appuntamento annuale, quasi un fenomeno strutturale.
I giorni critici sono proprio quelli tra il 22 marzo e il 25 aprile. In un momento in cui il vigneto ha da poco ripreso il suo ciclo vegetativo, il germoglio è molto delicato, rischia di seccarsi e diventare improduttivo.

La notte tra domenica 3 e lunedì 4 aprile la colonnina di mercurio è scesa a -2°C ed è stata vissuta come una notte bianca, di veglia e di attesa. Non solo si veglia ma si scruta anche il cielo: se la luna brilla e se di primo mattino il cielo è blu, terso, senza nuvole che possano ridurre la perdita di calore, allora il rischio di gelate si fa concreto.
Con una notte in anticipo, a Pouligny-Montrachet, nella Côte de Beaune, si tirano fuori les bougies, le candele antigelo: dei piccoli secchi, come quelli di vernice, che bruciano per circa 12 ore, sprigionando calore ai piedi delle vigne. Qui, nella Côte de Nuits, i viticoltori hanno ancora ben in mente le conseguenze catastrofiche della gelata di Aprile 2021, che ha visto ingenti perdite dei raccolti.

Non tutti i vignerons possono permettersi il lusso delle candele antigelo, l’installazione nella vigna richiede molte ore di manodopera dispiegate su diversi giorni.
Alcuni viticoltori scelgono di proteggere solo alcune parcelle, di solito le vigne situate sui pendii, quelle che per posizione sono più esposte al rischio gelate.
Almeno 300 candele sono necessarie per proteggere 1 ettaro ad un costo orario di € 9, “se dovessi accendere delle candele tutte le notti per 10 giorni, vi lascio immaginare l’impatto finanziario”, sono le parole di uno dei tanti vignerons, ” non possiamo permettercelo, è un costo troppo elevato per proteggere le nostre colture”.
All’indomani del lunedì 4 aprile, reduci da una notte bianca passata a controllare gli allarmi delle sonde antigelo installate nei vigneti, i vignerons di Borgogna sono cauti nell’affermare che i danni delle gelate primaverili sembrano limitati.
Quest’anno le vigne borgognone sono state molto precoci nel germogliamento, erano quindi naturalmente meno esposte al gelo, tanto che alcuni viticoltori hanno scelto di non accendere fuochi.

Quando una distesa di candele accese brilla nel vigneto, si percepiscono dei movimenti d’aria tiepida che circola trai filari e ci si augura che non arrivi il vento.
Distese di fuochi che sembrano fatui ma che proteggono la vita, sembrano processioni di anime silenziose che si raccolgono, quasi come in un girone dantesco. Scene suggestive e potenti, purtroppo ricorrenti: è la forza dell’uomo che cerca di opporsi alle calamità naturali.

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